Tutti noi abbiamo passato recentemente un periodo significativo della nostra vita: nel caso più favorevole, ha comportato solo un cambiamento temporaneo di abitudini, che però è stato molto importante.
E allora mi sono detto : perchè non prendere qualche appunto per poter rispondere ai nostri eventuali nipoti o bisnipoti che ci domanderanno un giorno: “All’epoca della pandemia nel ’20 e ’21 , di cui abbiamo letto sul nostro libro di storia , tu , come ti sei comportato? “
Per poter dire loro : “Io infatti c’ero “ , e quindi acquisire un minimo di residua autorevolezza ai loro occhi …..
UN PO’ DI DATE E NUMERI….
(…..Che sono sempre un po’ noiosi , ma indispensabili agli occhi di un tecnico per inquadrare temporalmente e quantitativamente un fatto;
poi, tolti di mezzo, non ci disturberanno più per il resto della chiacchierata.)
In prossimità del Carnevale 2020 , alla fine di febbraio, si aggravò la situazione dei ricoveri ospedalieri e anche il numero dei decessi aumentò drammaticamente, soprattutto in Lombardia, a seguito di un nuovo virus denominato SARS Cov 2, o più brevemente Covid 19, arrivato dalla Cina .
Ci furono allora una serie di interventi pubblici per ridurre la possibilità di contagio, e quindi vennero chiusi molti luoghi aperti al pubblico come negozi, fabbriche , uffici ecc. L’uso del PC favorì il lavoro “da remoto “, cioè tramite il collegamento telematico da casa propria con l’ufficio di appartenenza, per lo svolgimento dei lavori che potevano essere effettuati con questo mezzo. Traducendolo malamente dall’inglese “Smart Working “, l’hanno chiamato inizialmente “lavoro intelligente“ , come se quello svolto precedentemente con presenza del lavoratore in ufficio, non lo fosse mai stato..…
Ma torniamo al punto che ci interessa.
Il Museo della Scienza e della Tecnologia chiuse l’ingresso al pubblico alla fine di febbraio del 2020 e quindi fu precluso l’ingresso anche a noi volontari.
Eravamo abbastanza numerosi e divisi nei vari gruppi di lavoro : Manutenzione, Archivio, Giardino, Ferrovieri e Accoglienza. In totale circa 120 persone; però, a dire il vero, non tutti assidui frequentatori.
Il Museo riaprì a metà circa del 2021, con ingresso dei visitatori scaglionato e contingentato, per poi tornare progressivamente a regime a metà della primavera 2022. E da allora ha ripreso anche l’attività dei volontari all‘interno museo.
Però, c’é da dire a onor del vero che il Consiglio Direttivo si è sempre riunito, mensilmente, anche lui in “smart working”, per espletare gli incarichi istituzionali, e tenere i contatti con tutti i soci e con la Direzione del Museo.
Alla ripresa completa delle attività dei volontari è stata tenuta una assemblea, tra l’altro anche per il rinnovo del Consiglio Direttivo ormai in scadenza dopo 3 anni.
E ci siamo ricontati: ora siamo circa 60, con una attività abbastanza intensa e continuativa, per quanto richiesto dal Museo.
A questo punto mi è venuto in mente di domandare in giro :
CHE COSA AVETE FATTO DURANTE LA PANDEMIA PER CONTRASTARE L’ASTINENZA DA VOLONTARIATO ?
Cioè, come è stato riempito da voi il tempo lasciato libero dalla ‘non frequentazione’ del museo?
Molti di noi, me compreso, possessori di case alternative fuori Milano e liberi da impegni lavorativi o familiari, hanno approfittato dell’occasione per recarsi anche per lunghi periodi nei loro domicili alternativi , magari sfidando i controlli nei percorsi automobilistici fra zone rosse e gialle ….
Ma gli altri?
Di seguito riporto alcuni esempi, ovviamente anonimi, come risultato di questa mini –indagine :
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Un nonno ha imparato a cucinare cibi anche un po’ più elaborati del solito per poi recapitarli a domicilio di figli e nipoti che erano a casa in “smart working”, o in ‘vacanza forzata’ dalla scuola .
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C’è qualche ferromodellista che ha approfittato del tempo libero per portare avanti o completare plastici o riproduzioni di locomotori e vagoni.Era una loro passione precedente che avevano portato avanti in passato nonostante le proteste delle consorti, immagino io; ma adesso c’era tempo a disposizione per ambedue le “passioni” …
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Un volontario, appena riaperto al pubblico il museo, si è recato regolarmente ad accudire la gatta nera Enrica al padiglione ferroviario , entrando come un visitatore qualsiasi …
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Qualcuno di noi faceva attività di volontariato di doposcuola per i ragazzi delle medie e delle superiori. L’apertura delle scuole ai collegamenti in “DAD” ha comportato anche l’adeguamento dei cosiddetti “prof “ alle “moderne” tecniche del digitale .
Esperienza molto interessante, almeno per me .
Mi hanno detto di riunioni di attempati personaggi desiderosi di impadronirsi di strumenti moderni, come riprese fotografiche e video di tipo amatoriale. Magari nel retro di un bar, con aperitivo finale …
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Dalle disposizioni comunali è stato concesso di poter frequentare luoghi aperti , come giardini o parchi pubblici, con lo scopo però di portare un animale domestico, tipo un cane , a fare la sua periodica passeggiata igienica Sono aumentate, pare, di conseguenza, le vendite di cuccioli e gli svuotamenti di canili destinati al ricovero di cani abbandonati…
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Una conseguenza di questo permesso dell’ accesso alle aree aperte è stata anche una maggiore frequentazione degli orti comunali in forma di volontariato manuale e campagnolo .
Anzi questa opportunità di lavoro all’aperto e di aggregazione ,ha fatto si che si siano avvicinati, e poi iscritti , anche persone più giovani che, in qualche caso, hanno pure accompagnato fatto lavorare anche i figli la domenica mattina.
E adesso continuano pure a frequentare l’orto.
In questo modo si è anche ottenuto una parziale , ma encomiabile , riduzione dell’età media della combriccola ….
CONCLUDENDO
Quanto sopra è solo quello che sono riuscito a reperire con una breve inchiesta.
Invito chiunque abbia qualcosa da raccontarci in merito, di metterlo sul sito a integrazione di questa chiacchierata che considero un racconto “open”, come una “chat”.
Chattate per favore, chattate !!
Grazie